Il colesterolo non è di per sé una molecola nociva, anzi, come già detto, svolge importantissime funzioni per l’organismo (per esempio, partecipa alla sintesi degli ormoni sessuali maschili). Un valore di colesterolo totale nel sangue (colesterolemia) superiore alla norma non è di per sé preoccupante. Occorre però distinguere tra “colesterolo cattivo” – legato alle lipoproteine LDL, che provocano il depositarsi del colesterolo sulle pareti delle arterie – e “colesterolo buono” –legato alle HDL, che rimuovono l’eccesso di colesterolo dalle arterie.
La vecchia interpretazione considerava livelli ottimali quelli inferiori a 240 mg/dl di colesterolo totale (200-160 in presenza di fattori di rischio cardiovascolare) e inferiori a 160 mg/dl di colesterolo LDL (130-100 in caso di fattori di rischio). In questo modo non si prendeva in considerazione il valore del colesterolo buono, spesso basso a causa della vita sedentaria e della cattiva alimentazione…
Oggi, con il diffondersi di concetti salutistici, ciò non è più vero e l’incremento del colesterolo buono porta spesso a un colesterolo totale piuttosto alto. Per valutare la situazione, occorre considerare l’indice di rischio vascolare, cioè il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo buono HDL. Tale indice, in un soggetto sano, è inferiore a 5 per l’uomo e a 4,5 per la donna.
Ecco un esempio: una persona con un colesterolo totale pari a 250 mg/dl e colesterolo buono 80 mg/dl, ha un indice di rischio 3,1 (ottenuto dividendo 250 per 80), ed è in una condizione decisamente migliore di chi, invece, ha un colesterolo totale di 200 mg/dl e quello buono 40 mg/dl, con un indice di rischio pari a 5.