L’ASAPS, Associazione americana di chirurgia plastica estetica, in base a delle ricerche statistiche, riporta che negli ultimi 15 anni il numero totale degli interventi di chirurgia estetica e dei trattamenti di cosmetologia eseguite negli Stati Uniti è aumentato di dieci volte, arrivando in totale alla cifra di 11,5 milioni d’interventi solo l’anno scorso. La domanda è, ma ci siamo imbruttiti tutto d’un colpo? Oppure la risposta a questa impennata è da cercare altrove?
In generale la tendenza è quella che se una persona si sente insicura e non a proprio agio con il suo corpo, cerca di affermarsi in altri modi e quello più facile è rivolgersi alla chirurgia estetica, ridisegnando il proprio aspetto fisico e riacquistando fiducia in se stessi.
Un fenomeno che negli ultimi anni ha interessato anche paesi come la Corea del Sud, la quale per numero pro capite di interventi di chirurgia plastica, nel 2011 ha ottenuto il primo posto in classifica a livello mondiale. Fra l’altro, secondo l’Associazione Internazionale di chirurgia plastica (ISAPS), il paese detiene tutt’oggi questo primato. I dati riportati sono che il 70% delle ragazze coreane ha effettuato interventi di chirurgia estetica o comunque trattamenti di medicina estetica per apparire più originali e spiccate allo scopo di distinguersi dalla massa e voler assomigliare ad una bellezza più occidentale. Cercano di staccarsi dalle tradizioni orientali dove l’emancipazione femminile non è mai stata accettata.
Anche la bellezza quindi è entrata nell’era della globalizzazione. I canoni estetici si sono più o meno ovunque uniformati al modello occidentale, il quale da sempre è predominante nel mondo della bellezza e della moda. Dopo aver copiato look, colore ed acconciatura dei capelli, cosmetici e profumi delle donne americane ed europee, stile di vita compreso, le donne orientali si concentrano ora su come assomigliare anche fisicamente ai loro modelli (in questo caso modelle) ideali. E per raggiungere tali scopi sono disposte proprio a tutto, compresa la chirurgia estetica, come la blefaroplastica orientale. Nel tipico occhio a mandorla, la pelle che si trova tra il sopracciglio e le ciglia forma come un piano quasi verticale, privo di curvatura e, di conseguenza, l’occhio appare di dimensioni più piccole, che danno un’aria triste ed abbattuta. Per mettere in risalto il proprio sguardo, molti asiatici ricorrono alla blefaroplastica. In alcuni casi, non si tratta solamente di un capriccio, l’intervento serve in questo caso ad allegerire la palpebra e ad ingrandire l’occhio, aumentando di conseguenza anche il campo visivo, con benefici quindi non solo estetici, ma anche “funzionali”.